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19 Mag

Senso del dovere o responsabilità?

  • By FDB
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Qualche giorno fa ero a pranzo con un amico con il quale in questo periodo condivido progetti, business e viaggi. Parlavamo, come spesso capita, di ciò che ci piace, ci stimola e che ci spinge a crescere. Una sorta di brainstorming ludico, ma anche strategico perché spesso ne usciamo con nuove idee e suggerimenti. Il discorso si è focalizzato sul senso del dovere. Ovvero si parlava di come le persone sono motivate a fare quello che fanno. Ne sono emersi alcuni aspetti interessanti che lui mi ha proposto di condividere con i lettori del blog. Innanzitutto: cosa intendiamo per senso del dovere? Il dovere emerge da un obbligo che ci impongono altri o che ci imponiamo per vari motivi: convenzione sociale, senso di colpa, impegni inderogabili, scadenze e così via. Il senso del dovere è legato alla parola “devo”. Ogni volta che diciamo a qualcuno “devi” stiamo dando un ordine. Il “devi” funziona molto bene in ambiente gerarchico rigido dove le persone non sono invitate a ragionare, ma semplicemente ad eseguire. Come, ad esempio, in ambito militare. Nei periodi di crisi il “devi” funziona bene anche come stile di leadership, perché in tale contesto non è efficace coinvolgere democraticamente tutte le parti in causa per addivenire a una decisione condivisa. Non funzionerebbe. In un momento di crisi, all’approssimarsi di una scadenza importante, o in caso di estrema urgenza il “devi” è fondamentale. Immaginate cosa succederebbe se il medico del pronto soccorso, con un paziente infartuato appena arrivato, chiedesse il parere a un infermiere per decidere in quale stanza accoglierlo. O se un imprenditore dovendo scegliere se fare o meno un acquisizione strategica importante per la sua azienda entro le ore 18:00 di oggi perdesse tempo fare fare una riunione plenaria con i suoi collaboratori per coinvolgerli nella scelta. Il “devi” richiama obbligo, urgenza, irrevocabilità,irrimediabilità.


Tutto ciò mi serve per spiegare come funziona il senso del dovere, come spesso faccio nel mio ruolo di coach, ovvero: quando c’è di mezzo il dovere, inteso come obbligo, c’è forte disagio. E le persone tendono a fuggire il disagio a meno che non possano farne a meno. Ecco perché si adotta soprattutto in ambito fortemente gerarchico. Perché il sottoposto non può sottrarvisi, senza gravi conseguenze punitive.

Cosa diversa è il senso di responsabilità. Quando c’è senso di responsabilità il risultato potrebbe sembrare simile agli effetti dell’usare il senso del dovere ma c’è una differenza fondamentale: la motivazione.

Chi fa le cose per senso di responsabilità solitamente è molto motivato e fa quel che vuole fare e non perché deve. In ambito aziendale spesso consiglio ai dirigenti e manager, nonché ai titolari di azienda, se non è strettamente necessario, di usare con i loro collaboratori il vuoi anziché il devi. Un conto è dire a un collaboratore “devi portarmi subito quella cartella” e un altro è dire “vorresti portarmi subito quella cartella?” Fate caso a come suona. Nel primo caso è un ordine; nel secondo è una richiesta. La richiesta, sottintende comunque un’azione necessaria, ma viene eseguita per senso di responsabilità, e non per dovere.

Questo importante concetto mi fu insegnato circa 15 anni or sono a un corso di psicologia equina che feci a Milano. Ho una cavalla da salto ostacoli e per capire meglio il suo linguaggio ho deciso di fare questo bellissimo corso. Capite bene che quando sei su un cavallo può essere importante capirlo meglio e anticiparne le mosse e, soprattutto, usare il suo linguaggio per farti capire meglio. Orbene, in questo corso mi hanno insegnato una cosa molto importante: è meglio far fare al cavallo qualcosa perché vuole piuttosto perché deve. Il risultato può essere simile, ma nel caso in cui chiedi al cavallo qualcosa, lo farà perché lo vuole e spesso lui ti aiuterà se sei in difficoltà, mentre se ordini qualcosa al cavallo, magari otterrai anche subito, ma in caso di difficoltà è molto probabile che il cavallo ti abbandoni al tuo destino.

Inoltre il senso di responsabilità innesca una potente conseguenza positiva: fare le cose non ti pesa, in senso psicologico. Il mio caro amico mi diceva, a cena, che spesso lavora fino alle due di notte, per preparare progetti, finire lavori e risolvere problemi. E dorme poco. Ma non gli pesa psicologicamente. Se fai le cose per senso di responsabilità di solito ti piacciono o fai in modo che ti piacciano. Ecco perché non pesano. In sostanza quando fai le cose perché il tuo senso di responsabilità, derivante dagli impegni presi, te lo impone, sei in grado di alzarti presto la mattina, andare a letto la sera, lavorare incessantemente e sopportare molte cosa, tra cui la stanchezza, con minor disagio. Prova ne è che spesso capita che le persone che fanno le cose per senso di responsabilità mal sopportano le imposizioni, mentre, viceversa, chi è abituato a subire imposizioni spesso si deresponsabilizza, facendo, poi, la vittima e incolpando qualcun altro per la propria situazione e per il proprio disagio.

Alla prossima!

Francesco

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FDB

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