Perché quando parlo in pubblico mi trema la voce?
Ciò che ti dirò, in qualità di coach, può trasformare da zero a dieci il tuo modo di parlare, presentare un progetto, fare un colloquio, comunicare al cliente un fatto negativo facendoglielo accettare e facendo diventare interessante e irresistibile quello che hai da dire.
Leggi attentamente perché quello che c’è scritto, spiegato così efficacemente, non lo troverai in nessun altro articolo,. Di solito i consigli che si danno per essere efficace davanti alle persone riguardano l’abbigliamento, le prime parole da dire, l’impressione dei primi 30 secondi, ecc. Niente di tutto questo. Ti dirò invece quello che ti serve sapere davvero.
A volte quando parli ti si seccano le labbra, ti trema la voce, ti sudano le mani, ti dimentichi quello che hai da dire, vorresti fuggire lontano e ti terrorizzano i giudizi di chi ti sta ascoltando.
Uno studio fatto in Gran Bretagna, ad alcuni manager, ha evidenziato che nei test proposti la maggioranza di loro ha dichiarato di aver più paura di parlare in pubblico, che di morire.
Ciò che causa tutti i problemi di chi ha difficoltà a parlare in pubblico è il Sequestro Emozionale. L’elemento negativo che causa il sequestro emozionale è la paura. La paura è un’efficace meccanismo quando serve a salvarci da situazioni pericolose o potenzialmente mortali. Ma quando si attiva senza una ragionevole minaccia diventa un pericoloso ostacolo per le nostre potenzialità. La consapevolezza di ciò che accade, che acquisisci utilizzando i contenuti qui indicati, ti permetterà di sconfiggere la paura e di presentarti in ogni situazione comunicativa con efficacia e sicurezza.
Pochi di noi sanno che c’è una parte del cervello, denominata cervello rettile oppure old brain, nel quale ha sede l’amigdala, situata nella parte posteriore, che controlla gli impulsi emotivi come ad esempio la paura. Quando ciò accade, secerne alcune sostanze chimiche, tra le quali l’adrenalina, che letteralmente pervade, come un fluido, gli emisferi cerebrali. Questo perché, ad esempio, se siamo in pericolo, ad esempio perché rischiamo di cadere da uno strapiombo, si attivano alcuni sensori che ci spingono a fuggire o ad allontanarci dal pericolo. L’amigdala è un regolatore di sopravvivenza che funzionava benissimo quando eravamo primitivi, vivevamo nelle caverne e i pericoli di sopravvivenza erano all’ordine del giorno. Oggi siamo civilizzati, ma questa parte del cervello reagisce istintivamente allo stesso modo. Quando siamo davanti a qualcuno (una o più persone) e queste ci guardano negli occhi, l’amigdala registra comunque il pericolo di aggressione. Infatti nel mondo animale guardarsi fissi negli occhi equivale a sfida e potenziale attacco. Immaginate, quindi di essere davanti a una platea di 100 persone. L’amigdala registra un potenziale pericolo costituito da 100 predatori pronti ad attaccare. A questo punto scatta il meccanismo di rilascio dell’adrenalina che, a livello fisiologico, provoca tutti quegli effetti descritti sopra, come ad esempio le mani che sudano, i peli del corpo che si sollevano e si intirizziscono, la temporanea perdita di memoria, l’incapacità a muoversi, ecc. In questi casi, la consapevolezza di ciò che sta accadendo nel nostro cervello può aiutarci a razionalizzare gli effetti. Tutto sta nell’essere consapevoli del fatto che quando parliamo in pubblico non ci sono predatori pronti ad aggredire, ma solo un gruppo di persone interessate a quello che ho da dire. Punto. L’importante è accogliere i segnali di tensione, farli fluire nel corpo, prendere un bel respiro e cominciare. La paura piano piano passa e con il tempo e l’esercizio di volta in volta gli effetti dureranno sempre di meno. Può essere d’aiuto, prima di cominciare, fare anche qualche esercizio di rilassamento, respirazione, training autogeno, ascoltare musica. Ognuno trova il proprio modo ideale per rilassarsi.
Pertanto ogni volta che devi parlare in pubblico, o davanti a persone alle quali devi presentare qualcosa, fare una lamentela, sostenere un colloquio o anche solo fare una domanda che ti suscita timore, soggezione, timidezza, comunicare al cliente un fatto negativo facendoglielo accettare, RILEGGI questi contenuti, magari stampali e portali con te. Ti aiuteranno a razionalizzare la situazione e a ritrovare serenità e sicurezza. Grazie ai suggerimenti che troverai in questo articolo non sarai più vittima del sequestro emozionale, ma riuscirai a gestire ogni situazione emotiva, davanti a due, dieci, cento persone, con successo e determinazione.
Ricordati sempre che l’amigdala è in agguato, pronta a scatenare la paura. Controlla la paura e gestiscila, non farle prendere il sopravvento
Prima di leggere questo articolo probabilmente nessuno ti aveva spiegato come superare la paura di parlare davanti a un pubblico. Tutto ciò che leggi è il frutto di trent’anni di esperienza nel campo della psicologia cognitiva, della retorica e della PNL, tutti strumenti messi a disposizione da chi ti scrive per comunicare meglio e soprattutto per vivere bene in armonia con gli altri.
Si potrà dire: facile spiegare tutto ciò e applicarlo a mente fredda, ma quando sei davanti a una o più persone che ti mettono in soggezione, ti giudicano e sono pronti a metterti in difficoltà, l’emotività sale e si perde il controllo della situazione e ci si dimentica tutto quello che va fatto. Ebbene, l’importante è prepararsi prima, essere pronti e, dopo aver scelto il modo migliore per rilassarsi prima di parlare, bisogna BLOCCARE il meccanismo emotivo un attimo prima che la paura prenda il sopravvento e sforzarsi di RAGIONARE sulla situazione attuale, sugli obiettivi che ci si è posti (essere convincenti, fare un reclamo, sostenere un colloquio, comunicare al cliente un fatto negativo facendo sì che lui lo accetti).
Come coach, ho personalmente seguito un dirigente che aveva il problema di balbettare quando cominciava a parlare di cose di una certa rilevanza emotiva, anche solo a una persona (es: un suo collaboratore); e durante il discorso il balbettio aumentava. Una volta acquisita la consapevolezza di ciò che accadeva a livello mentale, cominciò a mettere in pratica i consigli che trovi espressi in questo articolo e in soli 30 giorni migliorò del 60% la sua efficacia in pubblico, e smise di balbettare completamente. Se hai visto il film “Il discorso del Re”, tratto da una storia vera, ricorderai che nelle situazioni raccontate, durante un discorso in pubblico, spostare il focus mentale dagli altri a te stesso, e a ciò che vogliamo pensare, aiuta moltissimo a gestire anche l’emotività più incontrollabile.
Ovviamente se non fai nulla non accadrà nulla. È importante prendere consapevolezza di ciò che ci limita e decidere di migliorarlo. Questo che ti viene proposto é il modo più semplice e che si basa sull’autoapprendimento che puoi provare. L’importante è metterlo in pratica.
Non fatevi sottomettere dall’amigdala, non consentitele di inondare con le sue sostanze chimiche gli emisferi del cervello. Attivate la parte razionale e acquisite consapevolezza di ciò che realmente sta accadendo, respirando profondamente, sicuri di voi stessi. Andrà tutto bene e sarete grandi comunicatori.